L’Uomo Che Non Ha Idea incontra i Dott. Blondel e chi, per un metaverso o per un altro, sfugge alla distopia del non avere idee
In un tempo che apre i confini della realtà, L’Uomo Che Non Ha Idea, fra gli ulivi francesi e il metaverso, incontra i Dott. Blondel
e tutti coloro che fanno di virtuale virtù,
trascendendo limiti, circostanze e dimensioni per non perdere entusiasmo né fiducia
nella ricerca di una nuova universale idea
“Penso si debba partire col definire idea e metaverso.
Un’idea è un prodotto della mente. Qualcosa creato da uno stato di coscienza. Qualcosa che prima non c’era ed ora esiste.
Quindi si ha questo flusso di coscienza che permette creatività e l’accesso a cose nuove. Sono quelle le idee ed è ciò che siamo abituati a creare.
Tutto quello che ci circonda inizia con un’idea. L’esistere, incontrare un amico, inventare o creare qualcosa. Il metaverso è solo uno spazio.
In questo senso, il metaverso è meta per le idee.
Nello spazio in cui siamo ora, quello che c’è dietro di me e intorno a me, tutto ciò che è creato qui, sono tutte idee.
Si potrebbe definire la forma più pura di coscienza e idee. Perchè si è senza il corpo. Non ho carne ma la mia carne è qui. Ho le mie mani, il mio corpo.
Posso muovermi, posso “sentire” quello che mi circonda. Perlomeno il mio cervello pensa di “sentire” quello che ho intorno.
In fantascienza si è scritto molto sulle idee e il metaverso.
Per esempio in Snow Crash, che ha coniato il metaverso, ci sono gli hackers.
La cultura hacker ha creato il metaverso. Poi è arrivata la strada. E la strada è la morte delle idee. È la morte della cultura hacker.
È il consumismo che inizia, è il treno ad alta velocità. Il fatto che nessuno ha più bisogno di una moto ad alta velocità che hai codificato tu.
Perchè ora si puó usare il trasporto pubblico. Una sorta di strumento che ti fa viaggiare sulla strada. E la strada gira intorno a un mondo sferico.
Nel libro è abbastanza chiaro che la strada è la morte. È quando le corporations sono arrivate e hanno distrutto la cultura che c’era prima”.
“Qui, adesso, siamo ancora agli albori di cosa potrebbe essere il metaverso. Così tanti credono di sapere cosa sia il metaverso.
Penso che nessuno sappia cosa diventerà.
O cosa dovrebbe essere. Ho una mia opinione di cosa dovrebbe essere. Questo spazio creativo, senza restrizioni.
Dove le regole dell’Universo cessano di esistere. Dove quindi la creatività non ha vincoli. E l’abbondanza non ha limiti. Dove possiamo fare ciò che desideriamo.
Perchè non abbiamo più paura”.
“Spero che L’Uomo Che Non Ha Idea, possa prendere tutto questo e condividerlo, per una visione del metaverso il migliore possibile.
Migliore di quella condivisa da così tante persone come una nuova frontiera per la pubblicità e per il controllo dello stato di coscienza.
Anzichè essere uno strumento di emancipazione, dove puoi liberare il tuo stato di coscienza e, trascendendo il tuo corpo, riproiettarti,
in qualcosa di diverso che è la proiezione del tuo cervello, della tua mente. Libero da così tante costrizioni. E quindi capace di pensare,
fare, creare in un modo nuovo”.
L’Uomo Che Non Ha Idea nel metaverso incontra i Dott. Blondel è pubblicato anche su Il Fatto Quotidiano.it